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Presentazione

Sin dalla identificazione dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e la dimostrazione della protezione associata al controllo di quelli più diffusi ed importanti, la prevenzione cardiovascolare è stata abitualmente suddivisa in prevenzione primaria e secondaria, suddivisione in uso anche attualmente. Come è noto, per prevenzione primaria si intende l'impiego di misure non farmacologiche (correzione di stili di vita errati) e farmacologiche che siano in grado di prevenire il primo evento clinico cardiovascolare attraverso il controllo dei fattori di rischio; mentre per prevenzione secondaria si intende l'impiego di differenti interventi terapeutici finalizzati a prevenire le recidive di eventi cardiovascolari successivi.
A tale proposito, tradizionalmente si è soliti suddividere i fattori di rischio cardiovascolare in maggiori e minori. Secondo gli algoritmi Systematic COronary Risk Evaluation rivisto dalla Società Europea di Cardiologia (SCORE2) e SCORE2-OP (relativo cioè anziani dai 70 anni in poi), tra i fattori maggiori di rischio si annoverano età, genere, fumo di sigaretta, colesterolemia non-HDL e pressione arteriosa sistolica.
I fattori di rischio cardiovascolare minori non vengono considerati per il calcolo del rischio cardiovascolare, ma a un’attenta analisi risultano comunque rilevanti.
Lo storico studio Fourier sulla prevenzione secondaria ha mostrato per esempio una differenza in termini di rischio cardiovascolare attribuibile a trigliceridemia (valore di soglia di 57 mg/dL) in soggetti con sindrome metabolica rispetto a soggetti senza questa condizione.
Allo stesso modo, lo studio italiano URRAH ha mostrato che il rischio di infarto miocardico fatale era significativamente maggiore nelle donne con valori di uricemia >5,26 mg/dL rispetto a quelle con valori <5,26 mg/dL. Pertanto, anche variabili non valorizzate ai fini della valutazione del rischio cardiovascolare svolgono un ruolo significativo, per quanto inferiore ai fattori di rischio maggiori. Infine, in letteratura si trovano evidenze del fatto che la correzione rigorosa degli stili di vita possa quintuplicare il beneficio esercitato dalla terapia ipolipemizzante nei confronti della mortalità cardiovascolare prima dei 65 anni e raddoppiarlo nei soggetti over 65.
Seguendo l’idea di un continuum fisiopatologico che va dall’esposizione ai fattori rischio, passando per lo sviluppo di danno d’organo per arrivare infine agli eventi cardio- e cerebrovascolari, i tempi sono maturi per superare il concetto di una suddivisione della prevenzione cardiovascolare tra primaria e secondaria.
In altre parole, le più recenti acquisizioni in campo medico-scientifico sostengono un modello in cui il paziente viene posto al centro di un ragionamento clinico con un’attenta definizione del suo profilo di rischio cardiovascolare globale, superando la falsa dicotomia basata sul fatto che il soggetto abbia o non abbia già avuto un evento cardiovascolare. Se si considera dunque la vasta popolazione che non ha mai avuto eventi cardiovascolari, essa comprenderà presumibilmente alcuni soggetti con albero vascolare in buone condizioni così come altri con processo aterosclerotico avanzato, potenzialmente prossimo cioè a dare una manifestazione più o meno grave.
Tradizionalmente, i più ampi e intensi sforzi in campo preventivo vengono dedicati alle popolazioni ad alto rischio, in cui la frequenza di eventi è più elevata nel breve-medio termine. Ora, per quanto siano efficaci questi sforzi a livello individuale, a livello di popolazione il vantaggio è minimo, perché la riduzione in termini di numeri assoluti è limitata. Il grosso degli eventi si verifica invece nella popolazione a basso rischio, esclusa dai programmi di prevenzione.
METIS in collaborazione con S.I.M.P.e S.V. (Soc.It. di Med. di Prev. e Stili di Vita) hanno da tempo sviluppato un percorso per l’approccio alla Prevenzione per il medico, in particolare del MMG, che tiene conto almeno dei 3 aspetti che compongono la salute dell’individuo: l’aspetto Biologico, l’aspetto Psicologico, l’aspetto Sociale, che si concretizza nel Programma sotto riportato

Programma

Tempo

Tempo ecm

Relazione

15’

15’

Programmazione della sorveglianza del paziente in Prevenzione

30’

45’

Strumenti diagnostici del danno CV e danno d’organo subclinico

30’

75’

Gestione ambulatoriale del percorso diagnostico CV

30’

105’

Interazione MMG – Medico Specialista nel percorso diagnostico

15’

120’

Coinvolgimento pel Paziente nel suo percorso di Prevenzione

Informazioni

Obiettivo formativo

3 - Documentazione clinica. Percorsi clinico-assistenziali diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza - profili di cura

Mezzi tecnologici necessari

PC, notebook con sistema operativo:
- Windows (Vista, 7 o superiori)
- Mac (Mac OS X 10.6 (Snow Leopard) o superiori)
- Linux
Tablet con sistema operativo:
- IOS (7.1 o superiori)
- Android (4.0 o superiori)
Un browser di navigazione in Internet (Edge, Google Chrome, Mozilla, Safari, ecc.)
Una connessione adsl (banda minima consigliata 20mb)
Una casella di posta elettronica.
Ulteriori software necessari qualora non installati sul pc dell’utente (anche se di uso comune o già preinstallati sulla quasi totalità delle macchine; es.: Acrobat Reader, Adobe FlashPlayer) possono sempre essere scaricati da link appositamente indicati.

Procedure di valutazione

Compilazione test della qualità percepita.
Compilazione e superamento del test di apprendimento a doppia randomizzazione.

Informazioni

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Elenco delle professioni e discipline a cui l'evento è rivolto

Medico chirurgo

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